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Magnifica Comunità
di Fiemme

La Festa del Boscaiolo

Magnifica Comunità
di Fiemme

Il Palazzo, Museo Pinacoteca

Il Lavoro del Boscaiolo

Diramazione e Riduzione in Pezzi

La diramazione avviene di solito quando il tronco è a terra, solo in casi particolari si “capóna” la pianta in piedi per evitare danni certi alle piante vicine. Per l’operazione si usa un’accetta ben affilata e oggi anche la motosega. I rami che sotto il tronco si sono conficcati nel terreno restano perché tengono alto il tronco e soprattutto impediscono che lo stesso scivoli improvvisamente sul terreno in pendenza.

Fino ad alcuni decenni fa era cura del boscaiolo togliere la corteccia in ampi fogli che servivano per la copertura del “cason”, cioè del rifugio tutto in legno della compagnia dei boscaioli. La stessa inoltre, in grossi rotoli, era distribuita dalla Comunità come “brusca”, cioè assegnazione in natura in conto dei diritti di vicinanza. Ai nostri giorni la corteccia, arrotolata o scheggiata a strisce è un cascame assai poco ricercato e spesso rimane sul terreno, contrariamente alle antiche disposizioni che ordinavano sempre la conservazione di un bosco pulito.

Questa operazione una volta era fatta in autunno, quando purtroppo le intemperie e l’esposizione al sole avevano già incominciato a segnare il legno riducendone il valore. Fra l’abbattimento e la riduzione in pezzi il boscaiolo, aveva anche da procedere alla fienagione di montagna per la propria stalla, almeno da S. Giacomo (25 luglio) fino verso la fine di agosto. Naturalmente oggi ogni operazione boschiva non ha più intermezzi agricoli e in tal modo il legname si mantiene sano e compatto.

La lunghezza delle “bore” era fissata da secoli e corrispondeva a quella più utile per gli usi edilizi e commerciali. Praticamente doveva risultare, dopo il Settecento quando operarono con assiduità le segherie veneziane, della lunghezza di circa quattro metri e mezzo. Le loro teste erano smussate per agevolare l’avvallamento lungo i “tovi” naturali o nei canali allestiti appositamente dai boscaioli. Quando il legname era assai scadente, con parti poco regolari o rovinate o marce, il taglio era della metà. Spettava al capo compagnia decidere, come più abile, la lunghezza dei pezzi.

Note bibliografiche
Per la stesura di questo inserto sono state utilizzate le informazioni contenute nel capitolo specifico dell’opera di Arturo Boninsegna “Dialetto e mestieri a Predazzo” (1980), ristampato nel 2003. Altre notizie provengono da diversi scritti del prof. Italo Giordani, tra cui “La Magnifica Comunità di Fiemme. Sintesi storica”, eccellente articolo in Dendronatura (1/1998), e “Il lavoro nel bosco in Val di Fiemme” di Agostino Bortolotti (1978).