Magnifica Comunità
di Fiemme
Il Palazzo, Museo Pinacoteca
Magnifica Comunità
di Fiemme
La Festa del Boscaiolo
Magnifica Comunità
di Fiemme
Il Palazzo, Museo Pinacoteca
Durante il Novecento il legname veniva per lo più diviso in quattro grandi categorie:
Come si è detto, la distinzione era di tipo locale o anche arbitrario. Una categoria ulteriore era costituita da tutto quel legname sottile che serviva egregiamente alla fabbricazione di imballi, di diametro tra i 14 e il 18 cm. Altra qualità ancora si chiamava “carta”, evidentemente per l’uso industriale che se ne poteva fare.
Compito delle compagnie boschive non era solo quello dell’abbattimento, ma anche quello della cura dei boschi giovani mediante una sapiente operazione di sfoltimento. È lamentela corrente che quest’uso oggi viene trascurato o svolto in modo troppo spiccio, mentre un tempo avveniva con grande cura, come quello di liberare dalle erbacce un orto. L’operazione naturalmente interveniva negli impianti boschivi giovani e assolutamente coetanei, per dare luce e spazio alle piante migliori di un impianto avvenuto dai dieci ai quindici anni prima. Si eliminavano quindi le conifere ormai perdenti nella lotta per la sopravvivenza. In questa occasione ci si preoccupava di diramare anche i tronchi già elevati per consentire un agevole percorrenza dell’uomo. Il prodotto dello sfoltimento era a sua volta suddiviso e accatastato in “longari”, pennoni diritti e puliti, “remi” più brevi, “cadene” per le palizzate, ecc.
Note bibliografiche
Per la stesura di questo inserto sono state utilizzate le informazioni contenute nel capitolo specifico dell’opera di Arturo Boninsegna “Dialetto e mestieri a Predazzo” (1980), ristampato nel 2003.
Altre notizie provengono da diversi scritti del prof. Italo Giordani, tra cui “La Magnifica Comunità di Fiemme. Sintesi storica”, eccellente articolo in Dendronatura (1/1998), e “Il lavoro nel bosco in Val di Fiemme” di Agostino Bortolotti (1978).